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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

SOTTO L’OMBRELLONE: IL ROMANZO DI UN FUORICLASSE

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Compendio puntuale per comprendere al meglio la figura di Alberto Tomba – eroe dello sci moderno e figura di punta nella tradizione degli sport invernali FILA – Il romanzo di un fuoriclasse , pubblicato nel 1992, ha una struttura complessa. Innanzitutto, oltre alla firma del campione bolognese porta quella di Leo Turrini, giornalista e scrittore specializzato in biografie (Lucio Battisti, Michael Schumacher). Secondariamente, è ricco di immagini firmate Penta Photo, agenzia foto giornalistica che dagli anni Ottanta segue i più importanti eventi sciistici internazionali. Infine, grazie all’intercessione dell’atleta, le parole si accompagnano a scatti provenienti dall’archivio privato della famiglia Tomba, garantendo così un documento di eccezionale unicità. Il romanzo di un fuoriclasse parte dal principio, ovvero da quando Alberto muove i primi passi sulla neve a soli tre anni, complice papà Franco che nel tempo libero fa l’istruttore. In Emilia non nevica spesso, eppure il giovane Tomb

IL PASSO SILENZIOSO DELLA NEVE: STENMARK

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“The man who skis”, l’uomo che scia: è questo il claim adottato da FILA per la prima campagna SNOW TIME che nel 1978 vede protagonista Ingemar Stemark. Uno slogan semplice, ma in fondo l’atleta svedese vive da sempre lontano dai clamori, silenzioso come la neve dalla quale proviene.  Nato a Joesjö nel 1956, Stenmark esordisce in Coppa del Mondo nel 1973, a soli 17 anni. Da allora, la sua carriera è costellata di trionfi: con 46 vittorie in slalom gigante, 40 in slalom speciale, due ori olimpici e tre Coppe del Mondo generali è lo sciatore alpino di maggior successo. Un campione, forse non un atleta completo, dal momento che non disputa mai gare di discesa libera, precludendosi così diversi podi. Ad incidere è anche una famigerata specialità introdotta dalla Federazione Internazionale di Sci, che favorendo la combinata (ovvero una gara composta da prove differenti) danneggia gli sportivi con le caratteristiche di Stenmark. Non solo si racconta che tale clausola venga introdotta propr

FRATELLANZA

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Osservando le fotografie che ritraggono i fratelli Phil e Steve Mahre colpisce una cosa: sono sempre assieme. Che si tratti di un podio o di uno slalom sulla neve, trovano sempre modo di esprimere vicinanza, prossimità, affetto. Fratelli gemelli, i Mahre sono nati a Yakima, nello stato di Washington, il 10 maggio 1957: Phil è più giovane di quattro minuti, ci tiene a sottolinearlo in ogni intervista. Cresciuti in una famiglia numerosissima, che conta altri sette tra fratelli e sorelle, sono la perfetta incarnazione di un certo sogno americano: solidi valori familiari uniti alla determinazione nel perseguire gli obiettivi. Sciatori, il successo lo hanno conosciuto eccome. Phil in particolar modo: specialista nelle prove tecniche, tra il 1976 e il 1984 porta a casa 27 titoli mondiali, aggiudicandosi la Coppa del Mondo nell’82. Steve, dal canto suo, annovera un oro olimpico, un argento e nove vittorie in World Cup. Si ritrovano uniti anche nelle sconfitte, comprese quelle più amare:

REINHOLD MESSNER, CONQUISTATORE GENTILE

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Se il tennista vince la competizione acclamato dalle ovazioni del pubblico sugli spalti, lo scalatore conquista la vetta nel silenzio della natura, spesso in solitudine. Forse proprio questo aspetto intimista aveva alimentato nel Dottor Enrico Frachey la passione per la montagna: fu così che nel 1976 FILA lanciò una linea specificatamente dedicata, la White Rock. La sua portata innovativa era evidente e riassunta nell’iconica giacca blu: cucita con il medesimo materiale con cui si realizzano le vele delle barche, passò alla storia per il soffietto laterale che, oltre ad agevolare il movimento, sembrò dar corpo al desiderio di abbracciare il vento. In Reinhold Messner (Bressanone 1944), Frachey, trovò un testimonial perfetto. Messner fu l’uomo capace, l’8 maggio 1978, di scalare gli 8.000 metri del Monte Everest senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Compì l’impresa a fianco di Peter Habeler, per poi replicare l’ascesa, il 20 agosto 1980, in completa solitudine. Analizzando le

VERSO L'ALTO: SGUARDI DALLA FASHION WEEK

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Ingemar Stenmark Gli eventi di cronaca che stanno interessando la scena internazionale ci insegnano l’importanza di rimanere uniti, e soprattutto di affrontare le avversità con coraggio, tenacia e determinazione. Gli stessi sentimenti che animano la collezione FW 2020 di FILA, ispirata a uomini che in passato, con quei valori, hanno compiuto gesta passate alla storia. E che l’hanno fatto, neanche a dirlo, con una F sul petto. L’8 maggio 1978 Reinhold Messner, volto storicamente associato al brand, scala il monte Everest in solitaria e senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Nello stesso anno lo sciatore Ingemar Stenmark, fasciato dal luminoso giallo della bandiera svedese, vince la World Cup: il suo palmarès è ancora oggi imbattuto. Nel medesimo periodo mietono successi sulle piste anche gli americani Phil e Steve Mahre, fratelli gemelli dallo stile spiccato e inconfondibile. Alla grandezza delle imprese si accompagnano i mitici look, che la collezione FILA reinventa con

TEMPO DI VINCERE: CHI È SOFIA KENIN

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“Voglio diventare la n. 1 nel mondo”: papà Alex, che le fa da coach sin dalla prima infanzia, racconta che tra le primissime parole di Sofia Kenin ci siano state proprio queste. Chissà se ai tempi immaginava che si sarebbero tramutate in realtà, e in particolare che la figlia, oggi 21enne, potesse tramutarsi in vincitrice dell'Australian Open. La più giovane dei tempi di Maria Sharapova, per essere precisi: Kenin non solo detiene un primato, ma lo fa anche sulla tennista che è stata a lungo suo idolo personale. Il successo di Sofia è sponsorizzato FILA e forse non è un caso che la sua storia rispecchi molti dei valori promossi dal brand. La tenacia, la caparbietà e l'intelligenza tattica che le han permesso, lo scorso 1 febbraio, di spuntarla in Finale sulla spagnola Garbine Muguruza arrivano dalla famiglia d’origine, che nell'87 si trasferisce dalla Russia negli Stati Uniti. Kenin è un perfetto, orgoglioso modello multiculturale: promuove l'American Way of Life (la ra