SOTTO L’OMBRELLONE: IL ROMANZO DI UN FUORICLASSE

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Compendio puntuale per comprendere al meglio la figura di Alberto Tomba – eroe dello sci moderno e figura di punta nella tradizione degli sport invernali FILA – Il romanzo di un fuoriclasse , pubblicato nel 1992, ha una struttura complessa. Innanzitutto, oltre alla firma del campione bolognese porta quella di Leo Turrini, giornalista e scrittore specializzato in biografie (Lucio Battisti, Michael Schumacher). Secondariamente, è ricco di immagini firmate Penta Photo, agenzia foto giornalistica che dagli anni Ottanta segue i più importanti eventi sciistici internazionali. Infine, grazie all’intercessione dell’atleta, le parole si accompagnano a scatti provenienti dall’archivio privato della famiglia Tomba, garantendo così un documento di eccezionale unicità. Il romanzo di un fuoriclasse parte dal principio, ovvero da quando Alberto muove i primi passi sulla neve a soli tre anni, complice papà Franco che nel tempo libero fa l’istruttore. In Emilia non nevica spesso, eppure il giovane Tomb

MEET THE DESIGNER: PIERLUIGI ROLANDO - 9

Nel 1976 FILA è protagonista di una serie di conquiste che segnano un’epoca.

La prima è legata al 18 dicembre di quell’anno, quando a Santiago del Cile Paolo Bertolucci e Adriano Panatta si aggiudicano la Coppa Davis, sconfiggendo in finale nientemeno che la squadra del Paese ospitante. L’evento passa alla storia anche per la scelta dei due di disputare i primi due set della partita indossando delle polo rosse, in segno di evidente opposizione alla dittatura di Augusto Pinochet. Il dibattito che ne consegue porta FILA sulla bocca di tutti, come marchio sportivo ma anche come vessillo simbolico agitato dal vento del cambiamento.

Nello stesso anno Pierluigi Rolando disegna la terza storica linea: AQUA TIME. Il progetto, orchestrato da un Enrico Frachey sempre più ambizioso, prevede costumi da bagno per donne e uomini di tutte le età, e soprattutto l’ennesima sfida alle convenzioni. Come scrive lo stesso stilista, gli indumenti “dovevano riflettere – nelle forme e negli stilemi – le caratteristiche di una disciplina unica nel raccontare la fluidità del corpo umano”.

Rolando lavora allo sviluppo di una nuova lycra soprannominata ‘pelle d’uovo’, sottile e performante al punto che gli atleti quasi non avvertivano di averla indosso. Le grafiche e i motivi decorativi messi a punto, rispecchiano alla perfezione lo stile minimalista dell’epoca, anticipando al contempo l’edonismo che avrebbe caratterizzato la decade successiva. Musa del designer è ancora una volta l’arte contemporanea da lui tanto amata: le geometrie asciutte presenti nei primissimi costumi mutuano i tagli dei Concetti spaziali di Lucio Fontana, il pittore e scultore italoargentino che mette in crisi il Novecento tagliando la superficie della tela dipinta e rivelando un mondo intero circostante l’oggetto artistico.

Anche questa operazione prevede la messa a punto di accessori, shooting realizzati ad hoc, sperimentazioni tecnologiche: per la realizzazione della spugna degli accappatoi, ad esempio, il suo team compie lunghe ricerche prima di ottenere un materiale solido e capace di non sbavare.

Ma la vera rivoluzione di AQUA TIME è concettuale: all’alba degli anni Ottanta, il fisico si conferma strumento di vittoria atletica ed elemento di seduzione, che sulla spiaggia e a bordo vasca catalizza l’attenzione dello sguardo.    

 



ENGLISH VERSION:  
MEET THE DESIGNER: PIERLUIGI ROLANDO - 9

In 1976 FILA is protagonist of a series of events defining an era.

The first is related to December 18th of that year, when Paolo Bertolucci and Adriano Panatta took over the Davis Cup in Santiago, Chile, in a final match in which they defeated none other than the Chilean team. Such feat made history for the Italian players’ choice to wear red polo shirts for the first two sets, as a sign of protest dictator Augusto Pinochet: the ensuing debate led FILA to a global attention, both as a sporty and social symbol.

In the same year Pierluigi Rolando designed the brand’s third historical line: AQUA TIME. The project, organized by an even more competitive Enrico Frachey, was about swimsuits for women and men of all ages, and most of all another challenge to the rules. As the designer himself wrote, ‘the garments had to reflect – in terms of shapes and style – the features of of a discipiline that is unique in representing the human body’s fluidity’.

Rolando worked on a new type of lycra nicknamed ‘pelle d’uovo’ (Italian; lit. ‘egg skin’), thick at the point that athletes almost didn’t feel they wore it. The graphics he designed were representative those times’ minimalism, predicting the hedonism typical of the 80s. His muse was contemporary art once again: the thin lines characterizing the very first swimsuits adopted the grammar of Lucio Fontana’s Concetti spaziali, the works that challenged the 20th century by cutting the canvas’s surface, revealing a whole world surrounding the object of art.

Such operation was also about the realization of accessories, proper photo shootings, technological tests: in order to develop the towel’s sponge, for example, Rolando’s team made long researches before obtaining a strong material.

But AQUA TIME’s real change was a conceptual one: at the dawn of the Eighties, the human body revealed a new appeal, that was both about being sporty and seductive. A weapon claiming attention on the beach, directing gaze and desire.



 

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