SOTTO L’OMBRELLONE: IL ROMANZO DI UN FUORICLASSE

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Compendio puntuale per comprendere al meglio la figura di Alberto Tomba – eroe dello sci moderno e figura di punta nella tradizione degli sport invernali FILA – Il romanzo di un fuoriclasse , pubblicato nel 1992, ha una struttura complessa. Innanzitutto, oltre alla firma del campione bolognese porta quella di Leo Turrini, giornalista e scrittore specializzato in biografie (Lucio Battisti, Michael Schumacher). Secondariamente, è ricco di immagini firmate Penta Photo, agenzia foto giornalistica che dagli anni Ottanta segue i più importanti eventi sciistici internazionali. Infine, grazie all’intercessione dell’atleta, le parole si accompagnano a scatti provenienti dall’archivio privato della famiglia Tomba, garantendo così un documento di eccezionale unicità. Il romanzo di un fuoriclasse parte dal principio, ovvero da quando Alberto muove i primi passi sulla neve a soli tre anni, complice papà Franco che nel tempo libero fa l’istruttore. In Emilia non nevica spesso, eppure il giovane Tomb

ETICHETTE: LANA

 


Nel 1965 Fabrizio de André pubblica Fila la lana, settimo singolo della sua carriera. Una struggente ballata d’ispirazione medievaleggiante in cui l’atto della filatura diviene si accompagna a una malinconica riflessione sull’inutilità della guerra. Facile supporre che il cantautore genovese avesse guardato al Medioevo non per caso: è infatti nella seconda metà del XIII secolo che l’attività laniera si regolamenta, con tanto di statuti che organizzano l’operato dei lavoratori.
Perché la lana è una fibra longeva, utilizzata già in Mesopotamia intorno al 3000 a.C. Da lì si diffonde anche nella Grecia classica e nell’Antica Roma: qui, in particolare, è documentata la presenza delle prime cesoie, strumenti capaci di rimuovere il vello dal corpo della pecora con delicatezza e rispetto. L’Europa si impone molto presto a livello mercantile. L’Inghilterra, in particolare, con oltre 40 varietà prodotte detiene la leadership internazionale; la Spagna, dal canto suo, nel XVII secolo acconsente all’esportazione degli agnelli merino, sul cui manto pregiato aveva detenuto l’esclusiva a lungo.

Nel pieno della prima Rivoluzione Industriale gli inglesi tornano protagonisti, complice la diffusione, a partire dal 1810, dei primi impianti di filatura meccanica (e di un sistema mercantile che coinvolgeva anche le colonie, India in primis). Il raffinamento degli impianti, nel medesimo periodo, giovò anche alla città di Biella, che grazie all’ausilio della tecnologia riesce a rinsaldare una tradizione millenaria. Produttrice di una rilevante quantità dei tessuti pregiati venduti nel mondo, la provincia piemontese inizia a frequentare fiere ed esposizioni, consolidando il buon nome di una materia già rinomata per l’intima qualità dei filati.

Il risultato finale? Morbido, elastico, avvolgente. Ma anche igroscopico, antistatico, capace di isolare calore: se la lana è una delle fibre più diffuse e adoperate al mondo è proprio merito dell’anima intrinsecamente versatile. E dato che anche la tradizione FILA vede nelle sfumature un punto di forza, ecco che questa fibra accompagna il nostro percorso sin dal 1911, quando la ‘Fratelli Fila’ si impone come maglificio d’eccellenza del biellese. Benché l’azienda si sia nel frattempo votata all’abbigliamento sportivo, l’affezione per le origini non è scemata: 110 anni dopo il knitwear è ancora protagonista, definendo capi che ibridano l’eleganza sartoriale e il comfort urbano. Sono radici che continuano a crescere e evolvere, accoglienti come l’abbraccio di un maglione.

 


ENGLISH VERSION:


LABELS: WOOL

In 1965 Fabrizio De André released Fila la lana (lit. Wool spins), seventh single of his career. A heartbreaking ballad inspired by Medieval times, in which the act of spinning becomes a reflection on the uselessness of all wars. It’s easy to imagine that the Genoese songwriter looked back in time not by chance: all the activities related to wool were regulated in the 13th century indeed, with rules organizing the workers’ daily life.

Because wool is a long-lived fiber, already adopted in Mesopotamian around 3,000 b.C. From there, it has spread in classical Greece and Ancient Rome: especially here, the presence of shears – instruments able to remove fleece from the sheep’s body in a soft way – is documented.

Europe soon emerged from a commercial point of view. Especially England, with more than 40 varieties of yarn, became the international leader; Spain, on the other hand, approved the export of Merino sheeps in the 17th century, after having a monopoly on them for a very long time.

In the middle of the first Industrial Revolution the English were protagonists once again, thanks to the diffusion, since 1810, of the first mechanical spinning machines (and a merchant system involving colonies such as India). In the same period, the refinement of industries gave benefit to Biella too: with the support of technology, the was able to strengthen a millennial tradition.

Producer of a conspicuous part of the best fabrics sold throughout the world, the Piedmontese town started to take part in fairs and exhibitions, reinforcing the reputation of a place well-known for the quality of its yarns.

The final result? A soft, elastic, cosy one. Which is also hygroscopic, antistatic, insulating: wool is one of the most widespread fibers in the world right for its genuinely versatile soul. And since FILA traditions recognizes plurality as strength, wool has been part of our history since 1911, when the ‘Fratelli Fila’ textile business emerged as one of the best Biellese knitting companies. Despite the following sportswear change, its passion for origins hasn’t waned: 110 years later, knitwear remain at the core, defining garments able to hybridize tailoring elegance and urban comfort. It’s all about roots that keep on growing and evolve, as pleasant as a pullover’s embrace.


 

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