SOTTO L’OMBRELLONE: IL ROMANZO DI UN FUORICLASSE

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Compendio puntuale per comprendere al meglio la figura di Alberto Tomba – eroe dello sci moderno e figura di punta nella tradizione degli sport invernali FILA – Il romanzo di un fuoriclasse , pubblicato nel 1992, ha una struttura complessa. Innanzitutto, oltre alla firma del campione bolognese porta quella di Leo Turrini, giornalista e scrittore specializzato in biografie (Lucio Battisti, Michael Schumacher). Secondariamente, è ricco di immagini firmate Penta Photo, agenzia foto giornalistica che dagli anni Ottanta segue i più importanti eventi sciistici internazionali. Infine, grazie all’intercessione dell’atleta, le parole si accompagnano a scatti provenienti dall’archivio privato della famiglia Tomba, garantendo così un documento di eccezionale unicità. Il romanzo di un fuoriclasse parte dal principio, ovvero da quando Alberto muove i primi passi sulla neve a soli tre anni, complice papà Franco che nel tempo libero fa l’istruttore. In Emilia non nevica spesso, eppure il giovane Tomb

MEET THE DESIGNER: PIERLUIGI ROLANDO - 4

Dopo aver assistito al successo delle prime sponsorizzazioni, nel 1974 Pierluigi Rolando si mise al lavoro per cambiare radicalmente il volto del tennis. O meglio, per cambiarne il look.
‘Outfit’ è oggi una parola di utilizzo quotidiano, forse abusata: un contributo decisivo alla sua definizione – almeno nello sportswear – arrivò proprio da FILA e White Line, la collezione che ridefinì l’appeal dei tennisti dalla testa ai piedi. Rolando ebbe l’intuizione di affiancare ai completi sportivi una nuova ‘divisa’ ufficiale, la tuta, che nella visione del designer doveva essere un ponte tra gli indumenti sfoggiati in campo e quelli da ufficio. Costrizione e libertà, lavoro e tempo libero: il contrasto tra opposti sfociò in un capo nuovo, comodo ma anche fashion, rassomigliante a quelli sponsorizzati dai campioni. Rolando disegnò le prime tute ispirandosi a due muse d’eccezione: la Royal Guard inglese (e in particolare gli chevron da essa sfoggiati) e i pinguini, che a suo avviso parevano indossare un frac. Ispirandosi a come i bianchi e i neri si disponevano sulle anatomie degli animali, Rolando concepì un nuovo modello di activewear, che per ricchezza di dettagli e riferimenti si trasformò in qualcosa di completamente nuovo, innovativo. In qualche modo, una reazione naturale agli abiti che indossava quando praticava atletica a Torino, in gioventù, “una tuta per metalmeccanici, di un blu indefinito e senza elementi decorativi”.
Grazie all’esperienza maturata all’Università di Leeds, lo stilista curò anche la scelta dei filati, prediligendo i cosiddetti warp knit, tessuti il cui ordito era lavorato da aghi che garantivano la stabilità della trama ma anche un’elasticità performante. Per convincere il manager Enrico Frachey della bontà del prodotto, Rolando fece preparare un campione dell’esatta taglia del Dottore. Quest’ultimo non solo lo reputò comodo: lo definì vincente.




ENGLISH VERSION:

MEET THE DESIGNER: PIERLUIGI ROLANDO - 4


After witnessing the success of the first sponsorships, in 1974 Pierluigi Rolando radically changed the face of tennis. Actually, he changed its look.
‘Outfit’ is a word we daily use, maybe even abuse sometime: a striking contribution to its definition (at least in sportswear) came right from FILA and White Line, the collection that redefined tennis players’ appeal from head to toes. Rolando imagined that sporty apparel had to go along with a new official ‘uniform’ that was jumpsuit – in the vision of the designer, a real bridge between activewear and office clothing. Constraint and freedom, work and spare time: the contrast between opposites led to a brand new cloth, that was comfortable, fashionable and similar to the ones sponsored by champions. Rolando took inspiration for the very first tracksuits from two exceptional muses: the English Royal Guard (with a close look to their chevrons) and penguins, that seemed to wear tailcoats in his eyes. Looking at the way black and white colors shaped the anatomies of such animals, Rolando conceived a new model of activewear, characterized by details and references that turned it into something new, innovative. Somehow it was a reaction to the clothes he wore when was young and practiced athletics in Turin, showing off ‘an undefined blue suit for machinists, with no decorative elements’.
Thanks to his experience at the University of Leeds, UK, the fashion designer was also able to curate choices in terms of fabrics, favoring the so-called warp knits, that were hand-woven with needles guaranteeing both weave stability and performing elasticity. In order to convince manager Enrico Frachey about the the product’s goodness, Rolando created a sample specifically for the ‘Doctor’, who didn’t only find it comfortable, but also winning.

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